lunedì 12 novembre 2012

Disastro per la piena del Paglia. Confindustria Orvieto: "catastrofe annunciata, ora si diano risposte adeguate agli imprenditori"


"A fronte dell'ennesima calamità naturale che si abbatte sui nostri territori e colpisce le popolazioni che li abitano, la nostra Associazione intende assumere una posizione di forte denuncia."
E' questa la posizione di Confindustria Orvieto che attraverso un comunicato stampa fa conoscere il proprio pensiero sulla tragedia che ha colpito il territorio di Orvieto.
"Parliamo ovviamente - afferma la nota - dell'esondazione del Fiume Paglia, avvenuta questa mattina nell'Orvietano, e lo affermiamo senza esitazioni: questa è una catastrofe annunciata! Troppe volte, infatti, sono state lanciate grida di allarme rimaste inascoltate.
Noi stessi siamo intervenuti in tante occasioni, nelle sedi istituzionali così come sulla stampa. Esattamente un anno fa ricordavamo che, essendo trascorso un anno dall'ultima esondazione e nonostante le continue sollecitazioni da parte della nostra Sezione di Confindustria Orvieto, poco o nulla era stato fatto per ridurre il rischio idraulico. Da allora nulla è cambiato.
Il nostro Presidente, in quell'occasione, esprimeva forte preoccupazione per la situazione, poiché è risaputo che il Paglia non è munito di adeguati argini e ciò comporta, come i fatti hanno dimostrato ancora una volta, un elevato rischio di esondazioni. Parole inascoltate, purtroppo.
Questa volta però - continua Confindustria - le conseguenze per le abitazioni e per gli insediamenti produttivi appaiono di proporzioni gigantesche. La mancata messa in sicurezza del fiume ha provocato danni enormi che sono certamente di gran lunga superiori agli investimenti per i lavori che si sarebbero dovuti fare. Peraltro, non sono state fatte nemmeno le operazioni di manutenzione a basso costo come sarebbe stata la ripulitura del letto del fiume.
L'eccezionalità delle piogge che si sono abbattute sulla zona di Orvieto, però, non deve nascondere le colpe per quanto si doveva fare e non è stato fatto. Le autorità competenti debbono essere chiamate a dare risposta dei mancati interventi. I loro responsabili non possono invocare le solite difficoltà d'individuazione dei ruoli e le note lungaggini burocratiche per giustificare le loro omissioni.
Ci giungono in queste ore continue segnalazioni da parte delle imprese di situazioni al limite del collasso. Si rischia seriamente di vedere cessare parecchie aziende, già prostrate dalla situazione di crisi e ora sommerse dalle acque del Paglia. Non si ha ancora una stima dei danni, ma è già chiaro che saranno nell'ordine di molte centinaia di migliaia di euro, forse alcuni milioni.
Se non ci sarà una presa di coscienza immediata della gravità dei fatti, con risposte adeguate da parte delle Istituzioni e del sistema bancario, per molti imprenditori l'unica scelta sarà quella di chiudere i battenti.
Questo, però, non è un appello, come lo furono quelli inascoltati che abbiamo fatto per i pericoli di esondazioni: si tratta invece della mera constatazione del disastro che abbiamo dinanzi agli occhi.
Lo diciamo con il senso pesante di oppressione che questa sciagura ci induce, ma senza disperazione, poiché sapremo, come sempre, ritrovare le forze e fare la nostra parte, aiutando i colleghi più sfortunati a rimettersi in piedi. Lo faremo, pur sapendo che stavolta, se resteremo soli, ciò non sarà sufficiente e non servirà a molto."

da OrvietoNews

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